Mostra del Museo della Storia di Ekaterinburg, “I Romanov. La Russia. Ekaterinburg”

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AnyaF
view post Posted on 30/6/2008, 11:40




Si tratta di una piccola raccolta di documenti che illustra il destino dell’ultimo imperatore russo Nicola Romanov e della sua famiglia, e in particolare l’ultimo periodo da loro trascorso a Ekaterinburg.
La parte principale della mostra è rappresentata dalle fotografie (riproduzioni), che illustrano la vita della famiglia, sia nei suoi aspetti ufficiali, sia in quelli privati. Le foto furono scattate da Pierre Gilliard, istitutore dell’erede al trono, dall’imperatore stesso, dai fotografi di vari giornali. Esse sono integrate da documenti che danno allo spettatore informazioni supplementari: l’albero genealogico dei Romanov dal 1613 al 1918, la carta della Russia del 1916 con l’indicazione dell’ultimo itinerario seguito dai Romanov, alcuni autografi di membri della famiglia.
I testi di accompagnamento e le didascalie sono in italiano.
Formato:
stampa fotografica su pannelli di materiale sintetico, misure di ogni pannello 50x60 cm. Numero dei pannelli 40.
Per l’allestimento si richiede una superficie orizzontale da 40 a 80 mq, fornita di attrezzatura per appendere i pannelli.

Completano la mostra altri 20 pannelli che illustrano la vecchia Ekaterinburg e sono stampate da negativi
originali del Museo della Storia della Città (le chiese principali, le strade del centro, i panorami della città,
i parchi… Le foto scelte si riferiscono ai primi decenni del Novecento, sono dunque contemporanee
al soggiorno della famiglia imperiale in città.
Per l’allestimento si richiede una superficie orizzontale da 60 a 80 mq, fornita di attrezzatura per appendere i pannelli.




Testo introduttivo (pannello 1)

□ A Ekaterinburg il 16 luglio 1918 si concluse un dramma russo durato 3 secoli, i cui protagonisti erano stati da una parte la dinastia regnante del Romanov, dall’altra i loro sudditi, i numerosi popoli di un gigantesco impero.
Nel passato dell’ultimo imperatore russo Nicola II vi erano l’infanzia trascorsa tranquillamente nella famiglia del padre Alessandro III, i piacevoli e interessanti viaggi compiuti in Russia e all’estero, i rapporti di amicizia con i parenti delle case reali europee, le nozze con l’amata Alice, avvenute nei tristi giorni seguiti alla morte del padre, e ben 22 anni di governo della Russia.
Nei commenti dei contemporanei Nicola II appare in modo contraddittorio. Descritto da alcuni come debole, privo di volontà, inadeguato al suo compito di governo, è apprezzato da altri come importante personalità politica, lungimirante, promotore di iniziative destinate ad essere realizzate nel futuro.
Probabilmente la realtà sta nel mezzo. Ma nel ricordo storico sono rimaste due guerre perdute: quella del 1905 con il Giappone e quella del 1914-18 con la Germania. E due rivoluzioni: la prima coincise con la prima sconfitta; la seconda spazzò via il trono imperiale.
L’ex imperatore, dal 1 marzo 1917 divenuto il cittadino russo Nikolaj Aleksandrovič Romanov, fu esiliato con la famiglia dall’amata residenza di Carskoe Selo, presso Pietrogrado, nella città siberiana di Tobol’sk, dove i Romano rimasero fino all’aprile 1918, quando le condizioni della reclusione furono inasprite e la famiglia fu trasferita nella città operaia di Ekaterinburg, nota per i suoi umori fortemente rivoluzionari. Qui, alla vigilia della presa della città da parte dell’esercito bianco, la famiglia Romanov (7 persone) e coloro che si trovavano al loro servizio (4 persone) furono fucilati.

□ I loro corpi furono trasportati fuori città e gettati in una miniera abbandonata. Il giorno dopo, per nascondere il luogo della sepoltura, i resti furono trasferiti altrove.

□ Soltanto molto tempo dopo, negli anni 70 del XX secolo, un gruppo di volonterosi trovò il luogo della sepoltura ed esumò i resti, che dopo una serie di perizie furono sepolti nella tomba di famiglia dei Romanov, nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo. Ma le discussioni sull’autenticità di quanto è stato trovato è ancora in corso. La celebrazione del 90° anniversario della tragedia aumenta l’interesse per questa tragica vicenda.




A parte la traduzione del pannello 1, altre notizie potrebbero essere aggiunte:
1. sulla casa Ipatev, dove la famiglia imperiale fu fucilata
2. sulla Cattedrale “sul sangue”, costruita nei pressi della casa Ipatev in memoria del “martirio” della famiglia Romanov, oggi canonizzata dalla Chiesa Ortodossa Russa
3. sulla miniera abbandonata, dove oggi sorgono un monastero e sei piccole chiese




Articolo da “Il Giornale” 30.04.08
Mosca - Svanisce il sogno di chi credeva che almeno uno dei Romanov si fosse salvato dal massacro di Ekaterinburg. L’analisi del Dna ha confermato che i resti rinvenuti nella regione degli Urali sono quelli di Maria e Alexei Romanov, figli dell’ultimo zar, Nicola II. "Ora abbiamo riunito tutta la famiglia" ha confermato Eduard Rossell, governatore della regione di Sverdlovsk dove è avvenuto il ritrovamento nell’agosto del 2007.
Nel luglio del 1918 le truppe rivoluzionarie bolsceviche giustiziarono l’imperatore russo assieme a tutti i suoi familiari nelle vicinanze di Ekaterinburg negli Urali asiatici. Solo nel 1990 furono ritrovati ed identificati attraverso l’esame del Dna i resti dello zar, della zarina e di tre dei loro cinque figli: Olga, Tatiana e Anastasia. Otto anni dopo i resti della famiglia Romanov furono seppelliti nella chiesa di San Pietro e Paolo a San Pietroburgo alla presenza dell’allora presidente Boris Eltsin.
L’anno scorso, nelle vicinanze del ritrovamento del 90, furono ritrovati i resti di altri due corpi di bambini e subito le autorità ipotizzarono che si trattasse dei corpi mai trovati di Maria e Alexei. Accanto ai resti dei figli dello Zar sono state trovate pallottole e boccette che contenevano acido solforico usato probabilmente per cadaveri e rendere impossibile l’identificazione dei corpi.

 
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